Lo sbarco

Un gruppo di italiani residenti a Barcellona segue con allarme crescente le notizie che i massmedia spagnoli diffondono sull’Italia: episodi violenti di razzismo, corruzione, precarietŕ nel lavoro, erosione del bene pubblico, potere mafioso, distruzione del territorio. Il tessuto sociale e civile del loro paese si sta trasformando, nella rassegnazione dei piů.

Devono fare qualcosa, per sostenere le tante esperienze di resistenza, dalla salvaguardia del territorio alla difesa dei diritti, devono da lontano trovare un gesto singolare per dare visibilitŕ alla loro indignazione. Che fare?
Decidono di chiamare a raccolta i cittadini italiani all’estero e partire con la “nave dei diritti” per salpare da Barcellona con destinazione Genova.
Sperano di partire in mille, e a 150 anni dall’impresa garibaldina, arrivare in Italia con un nuovo sbarco in senso inverso.
All’appello rispondono da molte città d’Europa, e attraverso la rete si incrociano le iniziative: aderiscono persone diverse per etŕ e provenienza, gruppi di studenti, artisti, migranti, intellettuali, semplici cittadini, fino a noti personaggi come Dario Fo e Josč Saramago.
Vogliono partire in mille, e a 150 anni dalla partenza garibaldina, a Genova arriveranno con un nuovo sbarco in senso inverso.
La città si mobilita per l’accoglienza e organizza “ le piazze dei diritti ”.
La nave cosě, proveniente da Tangeri, parte la notte del 25 giugno 2010 da Barcellona.
Nella traversata, condivisa con i cittadini nord africani, si intrecciano testimonianze, incontri e musiche, insieme alle voci che dalla rete portano la loro presenza. Per ricordare i diritti negati, per alimentare idee e sogni.
Una Nave dei diritti ma anche un’Arca di Noč su cui imbarcare le esperienze culturali e umane in pericolo di estinzione, una nave dei folli spinta dall’utopia.
Una sfida pirata alla rassegnazione che ci circonda.

Lo sbarco