Ombre a mezzogiorno
Un film di Enrico Carnuccio

Ombre a mezzogiorno

Sinossi

Ombre a Mezzogiorno è il viaggio nel doppio identitario di una famiglia del meridione italiano immigrata nel Nord industriale.
Tullio e Rita affrontano il proprio sradicamento, sullo sfondo di una Torino in transizione post industriale, in dialogo storico con una remota regione meridionale, la Calabria, che oggi si presenta spopolata e semi abbandonata.

Sullo sfondo di una Torino in transizione post-industriale ed una Calabria semi spopolata, una famiglia di immigrati calabresi affronta un viaggio nel doppio identitario alla ricerca delle cause che ne hanno indotto lo sradicamento nel periodo del boom economico italiano.
Tullio, ex operaio Fiat, veste i panni di un «Ulisse pavesiano» che con la sua Fiat 126 targata Torino percorre la Vallata dello Stilaro in Calabria, il suo luogo di origine in un moto costante di riscoperta.
È accompagnato da Rita, sua moglie, una moderna cummara calabrese emancipata al nord, ma strettamente connessa al suo luogo di origine ed alle tradizioni. Come sua zia Carmela arrivata anni prima nelle case popolari di via Artom, è un residuo di un modo arcaico, una penelope che fila e attende. Antonio, nipote di Rita a distanza di anni da lei, è costretto ad abbandonare la sua terra per andare a lavorare al nord. La storia si ripete ancora una volta.
Tra nord e sud Italia, Tullio e Rita incontrano personaggi di una Calabria arcaica e dimenticata le cui storie si intrecciano con i luoghi e le memorie di una lontana Torino industriale.
Tra simbolismo, mondo onirico e mondo reale, essi evidenziano gli effetti che la grande ondata migratoria italiana ha lasciato al sud, nella loro terra, ma anche al nord, il luogo nel quale si sono trasferiti, attraverso il duplice sguardo di chi è partito, senza mai andare via.

NOTE DI REGIA
«Ombre a Mezzogiorno» è una riflessione sul fenomeno della grande migrazione interna italiana avvenuta tra gli anni Sessanta e Ottanta. In quegli anni, treni carichi di materiale umano partivano da un Sud contadino per approdare in un Nord industriale e meccanico. Uomini, donne e intere famiglie partivano alla ricerca di un’ «America» più vicina. Su quegli stessi treni anche la mia famiglia ha preso parte all’esodo, lacerandosi.
Calabria e Piemonte: due regioni separate da oltre 1.000 chilometri di Italia. Nonostante il mio attaccamento ad esse, non riesco farne parte in profondità. Sono testimone e prodotto involontario di questa transizione storica che mi lega radicalmente a questi due territori, così lontani e diversi. Il bisogno di fare chiarezza mi spinge ad approfondire questo fenomeno, ad analizzare i luoghi in cui sono cresciuto e come essi si sono trasformati ed evoluti.
«Ombre a Mezzogiorno» é un viaggio nella memoria geografica e culturale dell’Italia. Come in un gioco di specchi, la visione di una Calabria semi spopolata si riflette nelle ferite aperte lasciate dalle grandi fabbriche abbandonate di Torino. La microstoria di Tullio, e della sua famiglia, è lo spunto per una riflessione ampia e profonda sul mondo del lavoro, sul ruolo che l’industria e il sindacato hanno avuto a Torino come in Italia, sugli effetti generati dalla grande migrazione interna ai due estremi di un Paese, dal punto di vista del migrante e della sua doppia identità.

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