Speciale Primo Maggio 2020
In questi ultimi anni ci eravamo detti, con amarezza, che il lavoro scendeva continuamente di grado nella considerazione della società. Oggi chi si fa portare il cibo a casa o qualunque altro genere di prima necessità, capisce quanto vale il lavoro di quella ragazza o quel ragazzo che gli lasciano la consegna fuori della porta. Ma nell’aria che tira sembra che ancora ci sia più preoccupazione per la ripresa o meno del campionato di calcio che per la riapertura o meno delle scuole. E allora noi, che nel rituale del Primo maggio abbiamo sempre privilegiato la massa compatta delle tute blu, stavolta vogliamo che nel nostro corteo ideale con le bandiere rosse, in prima fila ci siano i medici e gli infermieri che lottano contro il virus, ci siano gli insegnanti, che non hanno abbandonato i nostri figli, ci siano i coltivatori che subiscono impotenti il flagello dei cambiamenti climatici, che ci siano tutti coloro che ci procurano beni e servizi essenziali. Lo vogliamo contro una società che è cresciuta sul superfluo, sullo svago. E vogliamo guardare avanti, perché il nuovo cammino che porta al cambiamento di valori, deve per forza passare da un gesto d’indignazione, da una rivolta, di quel lavoro che forse ormai è il più disprezzato di tutti nella cosiddetta knowledge economy: il lavoro intellettuale, creativo, artistico – così prossimo ormai al lavoro di cura perché protegge quel che c’è dentro di noi, così indispensabile all’innovazione e dunque al cambiamento. Allora sì potremo dire: lavoratori di tutti il mondo unitevi!
Sergio Bologna per il Primo maggio 2020
Apriamo i nostri festeggiamenti del primo maggio 2020 con questo primo contributo, un testo inviatoci per l’occasione da Sergio Bologna, tra i curatori e redattori di Officina Primo Maggio, progetto di rivista che vede anche nell’utilizzo dei nuovi media uno strumento per costruire un dibattito aggiornato sulle tematiche del lavoro, dei lavoratori e del conflitto sociale.
Qui il Manifesto di presentazione della rivista:
Officina Primo Maggio – Manifesto
Qui il Sommario del primo numero, di prossima uscita:
Officina Primo Maggio – Sommario
Accogliamo quindi volentieri un breve filmato di presentazione di questa rivista ancora inedita, che costituisce il secondo contributo al nostro Speciale Primo Maggio 2020.
- Per una memoria delle conquiste dei lavoratori rendiamo disponibile gratuitamente la visione di un eccezionale documento/documentario di Pietro Perotti e Pier Milanese sulle lotte operaie negli stabilimenti della Fiat Mirafiori degli anni ’70, all’epoca la più grande fabbrica d’Europa.
- Pietro Perotti per questo primo maggio 2020 ci propone un ulteriore contributo.
Co-autore e protagonista di Senzachiederepermesso, nel quale ha inserito riprese uniche in super8 da lui realizzate di nascosto all’interno della Fiat Mirafiori negli anni ’70, Pietro Perotti è stato anche il realizzatore di maschere e pupazzi giganti, dapprima in cartapesta e cartone, in seguito, con l’incontro e la collaborazione con Pietro Gilardi, noto esponente dell’avanguardia torinese e artista politicizzato, in gommapiuma, usate in centinaia di manifestazioni operaie.
In questo breve filmato inedito, realizzato in questi giorni, ci mostra le immagini di tutti i primi maggio a Torino dal 1976 fino all’anno scorso, in cui ha partecipato con i suoi pupazzi, insieme a Piero Gilardi ed altri. Una tradizione operaia torinese unica al mondo, grazie ad un operaio che non vuole essere definito artista e che fa onore a quella classe a cui non ha smesso di appartenere per sensibilità umana e politica.
- Grazie a Global Rights – Diritti Globali ospitiamo alcuni contributi dalla 15° edizione dell’İşçi Filmleri Festivali, il Festival del cinema del lavoro organizzato a Istanbul. Qui il link alla loro clip di presentazione:
Il coordinatore del festival Önder Özdemir ha scritto nella sua presentazione:
“Il mondo e il nostro paese stanno attraversando un periodo molto particolare. Come spesso si va ripetendo ‘niente sarà più come prima.’ L’epidemia del COVID-19 si è diffusa in tutto il mondo e la strategia dei governi è sintetizzata dal motto ‘restate a casa’. Ma sappiamo che la devastazione del sistema sanitario ha molto a che fare con la velocità di diffusione dell’epidemia.
Coloro che possono stare a casa lo hanno fatto…
E quelli che non possono stare a casa… Cosa fanno? Chi sono?
Le infermiere, medici, lavoratori della sanità, di laboratorio… tutti dipendenti del settore sanitario.
Ma anche i dipendenti comunali, dei mercati, gli impiegati dei call centers, gli operai nelle fabbriche che continuano la produzione, i lavoratori agricoli stagionali. Tutti loro continuano a lavorare.
Il nostro festival vuole far vedere quei lavoratori e coloro che non possono restare a casa.”
Come molti festival anche questo avrà luogo online.
per poter vedere un film, bisognerà collegarsi all’ora indicata nel programma http://iff.org.tr/arsiv/program_2020.pdf
Il canale del Festival è questo:
https://www.youtube.com/channel/UCNrrRyknHWUfzLxhEplOULQ
- İşçi Filmleri Festivali partecipa con un ulteriore contributo, grazie al pluripremiato regista-produttore Adem Akyol che ci mette a disposizione questo cortometraggio d’animazione, in competizione: Cucù. Ogni libertà ha un prezzo.
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