Banos Film e l’occupazione turca di Serekaniye
Serekanyie, Kurdistan Siriano, al confine con la turchia.
Per alcuni anni una delle città simbolo della Federazione Autonoma del Rojava, uno dei più grandi tentativi di autodeterminazione di un popolo degli ultimi anni, con un ruolo fondamentale nella lotta al califfato dell’Isis.
Qui è nata nel 2015, nella allora Federazione del Rojava, Banos Film, casa di produzione indipendente nata per dare la possibilità di praticare il cinema ai giovani curdi del Rojava. Grazie al regista Azad Evdike e alla regista Sevinaz Evdike, Streeen presenta diversi lavori prodotti da Banos Film nella Rassegna del Rojava Film Fest.
E Banos Film, a Serekaniye, ancora oggi continua a resistere, testimoniando gli eventi e la situazione di guerra che si protrae da quando la città è stata occupata dalle forze armate della Turchia di Erdogan.
La città-simbolo del progetto di democrazia radicale in Rojava
Serekaniye rappresenta un po’ il fiore all’occhiello dell’esperienza e della pratica dell’Amministrazione Autonoma del Nord Est della Siria che, non senza difficoltà, è riuscita a implementare il suo progetto di democrazia radicale, dal basso e orizzontale, che ha nella partecipazione delle varie nazioni che compongono la società del Nord Est della Siria il suo punto di forza.
Dopo la liberazione di Serekaniye dalle forze islamiste, nel 2013, l’Amministrazione Autonoma è riuscita a organizzare le varie componenti della società, kurdi, arabi, armeni, assiri, ceceni, nella co-gestione della città puntando sulle differenze come ricchezza e non come ostacolo o problema.Le scuole di Serekaniye offrono agli alunni, dalla scuola elementare in su, la possibilità di studiare non solo nella propria lingua materna ma anche (aggiungendo progressivamente una lingua ogni due o tre anni) in almeno una o due delle altre lingue che si parlano nella regione, oltre ad una lingua “straniera”, ovvero l’inglese o lo spagnolo o il francese.
La cultura, culti, religioni, pratiche, delle varie nazioni convivono nel rispetto reciproco e nella conoscenza reciproca. Perché la conoscenza è la miglior “arma” per sconfiggere diffidenze, falsi nemici, pregiudizi…
Non è difficile capire perché questo tipo di società rappresenti un anatema per molti. Scardina infatti i punti-chiave dello stato nazione, una lingua, una bandiera, una religione. E non fa il gioco di chi alimenta paure per potersi appropriare delle risorse (naturali in primis) altrui.
Il 9 ottobre del 2020 si commemora il primo anno dell’invasione turca, che ha distrutto la città e costretto alla fuga moltissimi dei suoi abitanti.
In occasione dell’anniversario di quei tragici giorni vi proponiamo alcune testimonianze e un articolo di Orsola Casagrande e cogliamo l’occasione per invitarvi a vedere un breve cortometraggio filmato da Azad Avdike nella Serekanyie liberata del Rojava:
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