Il massacro di Roboski

La notte del 28 dicembre 2011 aerei da guerra turchi effettuavano un bombardamento nel distretto di Uludere/Roboski causando la morte di 34 civili, 18 dei quali adolescenti e bambini.
 

Il governo turco dichiarò in un primo momento che erano stati colpiti guerriglieri armati del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan). Le autorità ammetteranno, in seguito, che le vittime erano civili impegnati nel commercio transfrontaliero al confine tra Kurdistan turco e Kurdistan iracheno.

Il piccolo commercio transfrontaliero è una attività comune nelle zone di confine del Kurdistan diviso da Turchia e Iraq. A Roboski gli abitanti sopravvivono grazie a questo commercio, acquistando zucchero, sigarette e benzina nel Kurdistan iracheno dove questi prodotti sono più economici. Il bombardamento sarebbe stato eseguito sulla base di informazioni fornite da droni dell’aviazione USA.

La prima indagine ufficiale sul massacro è stata criticata e definita “priva di credibilità” da diversi organismi internazionali di difesa dei diritti  umani. Il 27 marzo 2013, un anno e mezzo dopo la strage, la Commissione dei Diritti Umani del Parlamento turco ha approvato una relazione che  ancora una volta non è riuscita a far luce sulla strage. Il rapporto ha concluso che non vi è alcuna responsabilità di chi ha ordinato l’attacco e definisce la strage un “incidente”.

 
 
A nove anni da quella strage, le famiglie di Roboski continuano a chiedere giustizia e verità. Nel 2013 le famiglie di Roboski hanno invitato gruppi internazionali, associazioni, istituzioni, persone ad unirsi a loro nella ricerca della giustizia e la verità, che sarà possibile solo attraverso una pace vera e duratura.
 

Hanno dato voce, musica e immagine alle famiglie di Roboski:

Modena City Ramblers, Seiyxdan, Cuentas Claras, Assalti Frontali, Ruper Ordorika, Obrint Pas, 99Posse, Banda Bassotti,Eñaut Elorrieta, Zezi, Moni Ovadia, Petra Probst, Zapota, No Logo Studio

Una produzione Roboski Aileleri ile Dayanı¸s ma Derneg˘i – Biblioteca Culture del Mondo – Talkingpeace

INFO: mail@bibmondo.it

Tel. +393331836785

     

“Io ricordo” il film sulla strage di Robosky

Io ricordo – (Bîra Mi Têtin) di Selim Yıldız (2015, 38′) – versione originale – sottotitoli inglesi
A nove anni da quella strage, le famiglie di Roboski continuano a chiedere giustizia e verità. Nel 2013 le famiglie di Roboski hanno invitato gruppi internazionali, associazioni, istituzioni, persone ad unirsi a loro nella ricerca della giustizia e la verità, che sarà possibile solo attraverso una pace vera e duratura. Leggi di più…
 

Selim Yıldı

  • Nato nel 1985 a Van, Bahçesaray. Tra il 2007 e il 2011 ha lavorato come operaio edile e nel frattempo ha studiato fotografia documentaria alla Istanbul Ozgur University. Il suo lavoro fotografico sulla stampa kurda e sui bambini rifugiati è stato esposto in numerosi festival e gallerie d’arte. Oltre al workshop fotografico intitolato Looking and Understanding from the Eyes of Children nella tendopoli allestita dopo il devastante terremoto di Van nel 2011, ha organizzato laboratori con bambini svantaggiati in molti luoghi. Ha girato il suo primo film documentario chiamato “29” nel 2013. Nel 2016 ha vinto il premio Johan van der Keuken New Talent del documentarista per il suo secondo film, “Io ricordo” (Bîra Mı’têtın), su Roboski.

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