Dichiarazione di regia

Nella realizzazione del film si è deciso di rinunciare a qualsiasi movimento di macchina per le riprese in interni adoperando a questo scopo inquadrature fisse e prolungate della macchina da presa, sia laddove vengono ripresi oggetti e luoghi sia quando invece sono ritratte delle persone. Se l’idea di frantumare il più possibile i movimenti di camera risponde all’esigenza di potere rappresentare la pietrificazione sociale e storica del ceto impiegatizio, una simile scelta registica nasce tuttavia dal rifiuto del movimento spettacolare delle immagini che pretendono di attribuire senso e ricchezza alla quotidianità impoverito che tutti noi viviamo nella contemporaneità.

Tale povertà del vissuto quotidiano viene espressa nel film attraverso la messa in scena degli oggetti personali e degli ambienti in cui si sviluppa l’esistenza delle intervistate, in una sorta di biografia oggettuale che lasci parlare le cose e da queste faccia emergere, attraverso frammenti di immagini, la vita di frammenti che oggi viviamo.

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