«Porpora Marcasciano è ufficialmente una delle figure più rilevanti nella difesa dei diritti delle persone transessuali.
Era dunque d’obbligo dedicarle attenzione e raccontare attraverso i suoi occhi la realtà trans nelle sue sfaccettature.
Divieto di transito punta l’attenzione su un aspetto più intimo della vita di Porpora e sulle discriminazioni che una persona transessuale subisce nel corso della sua vita.
Il materiale video d’archivio fornitoci dalla protagonista ha permesso una commistione magica tra immagini di repertorio e riprese live. Per questo in un certosenso mi piace immaginare Porpora come un’inconsapevole “operatrice video”, lecui riprese hanno atteso tutti questi anni prima di confluire in un’unica opera.
Un’opera che ha come desiderio quello di affrontare l’argomento dell’identità trans da un punto di vista non sensazionalistico, scevro da esagerazioni o finta compassione o cinismo da cronaca.
Ho affrontato le riprese e più in generale il processo creativo credendo nella semplicità e nella forza della testimonianza e del racconto di Porpora. Una persona favolosa, che ha saputo farsi carico, con gioia e divertimento, della responsabilità di un racconto collettivo».
Roberto Cannavò
Divieto di transito rappresenta uno studio sulla persona e sulla storia di Porpora Marcasciano, prodotto in vista di un più ampio progetto di documentario con lei protagonista, previsto in uscita nel 2021. In particolare, attraverso la testimonianza di Porpora e del ricco materiale d’archivio che la riguarda, il corto mette in evidenza una storia di diritti negati e di rivendicazioni identitarie e politiche.
Proprio queste istanze hanno valso al progetto la selezione e il sostegno da parte della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del MiBACT nell’ambito del bando “Non Violenza: lo schiaffo più forte 2019”.
Inoltre, il progetto è divenuto materiale di studio sulla figura e la storia politica di Porpora Marcasciano all’interno del corso Geografies of R/Existence, organizzato presso il Colby College nel Maine, USA dalla prof.ssa Danila Cannamela.