”In gioventù decisi di iscrivermi all’Accademia d’Arte Drammatica dell’Antoniano di Bologna, all’epoca un’ottima scuola teatrale. Fondamentale per me fu l’incontro con Luigi Gozzi e poi con Gabriele Marchesini, col quale fondammo il Teatro Perché , mettendo in scena gli spettacoli Hieronymus Bosch, Donna Rosita nubile di Garcia Lorca, Una casa di donne di Dacia Maraini e La donna col Renard di Violette Leduc, osannato dalla critica; spettacoli che mi hanno dato una certa notorietà come attrice sperimentale, negli anni ’70 e ’80”.
“Ho fatto un teatro difficile, basato sulla parola e sulla ricerca linguistica”.
Successivamente Silvana ha frequentato festival nazionali e internazionali.
Nel 1988 ci fu l’incontro con Fellini e nel 1990 la partecipazione all’ultimo film del grande regista, La voce della luna.
Per Silvana è stato l’inizio di un lavoro come attrice nel cinema e nella televisione, proseguito anche con il regista Pupi Avati.
La decisione di Silvana di scrivere una sceneggiatura e di dirigere il film Il germe del melograno nel 2006 è sorta improvvisamente, dal folgorante percorso artistico di Domenico Baccarini, faentino come lei, che le ha dato la possibilità di narrare le sue origini e la storia di forti donne romagnole.
Silvana, descrivendosi come attrice e regista, sottolinea:
«Io di arte e per l’arte ho vissuto, senza mai arricchirmi, e ora mi ritrovo in difficoltà”.
Pronuncia queste parole con decisione e, attraverso lo scorrere dei ricordi, ridefinisce e fortifica la propria dignità artistica.