Note per un film Afghano Un film di Daniele Gaglianone
Cortometraggio di presentazione del progetto "Il falò di Pul-I-Charky", sul ritrovamento di alcuni film afghani, nascosti alla sistematica distruzione operata dai talebani negli anni dell'occupazione di Kabul
IL PRESENTE CORTOMETRAGGIO E’ DISPONIBILE SOLO IN ABBINAMENTO GRATUITO ALLA PRIMA VISIONE STREEEN DI RATA NECE BITI (Daniele Gaglianone, 176′, 2008, Italia)
La cinematografia afghana è relativamente recente ed il suo inizio data praticamente dal secondo dopoguerra. Negli anni ’60 viene fondata la Afghan Film a Kabul, la società di Stato per la produzione cinematografica, con stabilimenti di ripresa, sviluppo e montaggio veri e propri, che rimane operativa anche durante gli anni dell’occupazione sovietica dell’Afghanistan, dal 1977 al 1989
Dopo la presa di Kabul da parte dei talebani, il cinema come le altre forme di arti che prevedono la raffigurazione del corpo umano vengono proibite. Le centinaia di copie, i negativi, i filmati originali delle riprese vengono bruciati e distrutti.
Con l’intervento americano successivo all’11 settembre, i talebani abbandonano Kabul nel 2002.
Alcuni film vengono ritrovati, nascosti a rischio della vita dai registi stessi o dal personale dell’Afghan Film.
Il progetto di documentario, nato da un’idea di Maurizio Perrone di Route1, progetto poi affidato a Daniele Gaglianone per un film che non vide mai la luce, era di raccontare la storia recente dell’Afghanistan attraverso quei film, con il supporto di riprese originali ed interviste a giovani profughi afghani e ai registi che quei film li avevano girati e, in diversi casi, ne avevano nascosto le copie.
La proposizione del presente documentario è dedicata a Maurizio Perrone, recentemente scomparso, ed al suo impegno come produttore cinematografico indipendente presso le società Route1 e Lunafilm, di Torino.
Cast
riprese e montaggio: Luciano D'Onofrio
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