Nel momento più caldo delle migrazioni e degli sbarchi sulle coste europee, Cissoko, un profugo nordafricano, decide di tornare in patria per allertare i suoi fratelli sui molteplici rischi incontrati durante il viaggio: sente forte di dover dare un contributo per arginare la perdita umana dell’Africa.
Giunto in Guinea inizia a fare delle proiezioni che informino la sua gente anche sulle precarie e dolorose condizioni in cui si ritrovano a vivere in Europa molti immigrati, vittime di un sistema legislativo inappropriato e discriminatorio,
che se da un lato continua a negare loro la libertà di movimento, dall’altro li consegna di fatto a nuove forme di schiavitù. Si sposta così in Senegal, ad Ile de Gorée, l’isola degli schiavi, per una più forte riflessione, che contempli pensieri nuovi e coraggiosi, come la decolonizzazione dello sguardo verso il mito dell’Occidente.
“Virtualmente” accompagnato nel suo viaggio da alcuni artisti che ne rafforzano il sound emotivo e dal ricordo di Thomas Sankara, il protagonista sollecita senza sosta la sua gente verso un’emancipazione interna e della propria terra, riflettendo sulla estrema necessità della cessazione dei conflitti che spezzano vite, determinando nel migliore dei casi, fughe traumatiche e calvari senza fine.
Il protagonista sente di dover convincere i suoi fratelli dell’importanza di una vera unione che determini, dove possibile, la cessazione dei conflitti che tanto impoveriscono la propria terra e le prospettive del proprio futuro, portando come esempio i discendenti degli schiavi che vivono nei quilombi brasiliani, che lui va ad omaggiare, e che trova, pur in mezzo a mille difficoltà, sorprendentemente uniti e fieri delle loro origini africane.