Eccedanza Un film di Claudio Papalia

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Il mare in burrasca che spinge il naufrago sui lidi dell'isola Di-speranza è quello che tutti temiamo: l'oceano infinito della finanza, del denaro, nella civiltà tecnologica.

 

Eccedanza è una commedia drammatica che riscrive un mito della modernità, quello di Robinson e Venerdì, interpretata dal regista Claudio Papalia, con Massamba Diop e Loredana Leconte. La fotografia di Alfieri Canavero è la sua ultima realizzazione di cinematographer, in pellicola come ai tempi della Fert.

 

 

 

ECCEDANZA E IL SUO CONTESTO

di Claudio Papalia

In quell’anno 1993 correvano innovazioni di portata storica, dalle quali prese forma il mondo odierno, con le sue minacce. Fu da allora che le oligarchie abbracciarono l’economia del disastro, e l’Italia dietro per trent’anni; tra un po’ saremo in testa!

Il film fu un rito sacrificale punk, compiuto prima di entrare nella “età del progetto”, che avrebbe dato concretezza alla mia vita di quarantenne sino al 2013. Eccedanza era un’elegia inconsapevole del filmmaking personale, sacrificato sull’altare del filmmaking diffuso. Volevamo girare quattro fallimenti, non alla Balzac, semmai alla Ballard. Ma la realtà fu più ballardiana di tutto, e la cristallina fotografia di Alfieri Canavero ne mantiene vivo il fremito.

Vendredi ou les limbes du Pacifique di Michel Tournier mi si era incollato all’anima da ragazzo: il rovesciamento dei ruoli tra Venerdì e Robinson s’inserisce nella linea di altre opere per me fondamentali, come Les Bonnes di Jean Genet, The Servant di Joseph Losey con il copione di Harold Pinter, e certi manoscritti del 1844. Non avevamo ancora conosciuto Ivan Cicconi e i suoi lavori, che svelarono la Tangentopoli legalizzata dopo Mani Pulite (palese segreto del neoliberismo dirigista); purtroppo questo tema non c’è, e ci starebbe a pennello. Ci limitammo alla ùbris del tecnologo, per come la coglievamo in quel momento, con il progettista dell’innovazione che resta avulso dalla società!

Si girò profittando di una casa adatta e in due weekend di un giorno e mezzo facemmo “buona la prima” parecchie volte; la forzata assenza dal set di Tiziana Ripani, che era in tournée con Art Ensemble of Chicago, diede spazio alla mia fretta sempre eccessiva. Comunque nei nostri intenti Eccedanza non era affatto un saggio di cinematografia giovane, ma un rito propiziatorio guardando al peggio per evitarlo, in preparazione della progettazione editoriale dentro cui stavamo entrando, ignari, per una ventina di anni. Per tutto quel tempo, il declino di Roberto Robinson, la sua mancanza di precauzione e di responsabilità, rammentò qualcosa di utile quando negli anni successivi proposi e coordinai con Tiziana cinque progetti di stazza, tutti conclusi e validati, che produssero conoscenza diffusa (e vari dottorati) in Italia, Francia, Spagna, UK.

I dialoghi del film furono rivisti sul set con lo sceneggiatore Pino Pace (oggi autore per ragazzi pluri-tradotto) e con l’aiuto di Luciano D’Onofrio: Loredana Leconte e Massamba Diop proposero cambiamenti concreti, utili. Dai dialoghi manca una linea chiave, perché una ripresa fu maciullata in post-produzione; fu un caso doloroso di friendly fire, scotta ancora. Un ringraziamento tardivo è dovuto alla Stefilm, che accettò questa produzione nonostante tutto, e poco dopo accettò anche la segregazione del film decisa da me sino a questo momento.

Oggi Eccedanza può essere visto come una commedia acida sui limiti dello sviluppo, la cui frusta stimola un multipolarismo necessario, uns socialità solidaristica e mutuale, anche libero-scambistica purché con rispetto ed equità. Il film è monito a porre l’etica come necessaria premessa di ogni innovazione: il personaggio tecnocratico egocentrico, proprio lui è il perdente, sia nella pratica di business sia nella vita che si è lasciato asservire per intero.

Paura e pietà, se l’innovazione non si purifica sono guai.

Giugno 2022

Festival

Festival Cinema Giovani 1993

Cast

interpreti: Massamba Diop, Loredana Leconte, Claudio Papalia
direzione della fotografia: Alfieri Canavero
sceneggiatura: Pino Pace, Claudio Papalia
scenografia: Maria Riccobene, Antonino Varsallona
musica: Claudio Bagetto
montaggio: Tiziana Ripani

RegiaClaudio Papalia GeneriCortometraggio, sociale, Sperimentale Durata 19 Anno 1993 Nazione Italia Formato S16 Tag Alfieri Canavero
Eccedanza