Fate la storia senza di me Un film di Mirko Capozzoli

Abbandonato dai genitori, Albertino trascorre l’infanzia in orfanotrofio, sino a quando nel 1967, in seguito a un banale incidente, viene trasferito nell’ospedale psichiatrico Villa Azzurra, dove subisce gravi maltrattamenti.

Il caso di Albertino arriva in tribunale: è messo sott’accusa lo psichiatra Coda e l’intero sistema manicomiale italiano; il medico è solo parzialmente condannato. Intanto Albertino è stato affidato a una famiglia benestante di Torino. Si lega ad alcune bande giovanili e nel Settantasette diventa uno dei leader del movimento di contestazione. Fonda il circolo Barabba e pochi mesi dopo aver costituito un gruppo armato si trasferisce a Londra. Quando nel 1980 torna a Torino, due pentiti di Prima Linea l’accusano di aver partecipato al rogo del bar Angelo Azzurro e all’agguato dello psichiatra Coda. Trascorre in carcere due anni e mezzo, ma una volta libero si rifugia nell’eroina; giungono in suo aiuto E. Deaglio e G. Ferrara, con quest’ultimo avvia una lunga collaborazione alla Rai e stringe un’intensa amicizia. E’ l’inizio di una nuova vita, ma la partita a scacchi non è finita.
Nel 1991 l’AIDS uccide Albertino all’età di trentatre anni.

 

NOTE DI REGIA

Ho iniziato a lavorare a questo progetto nel lontano 2004. Data la complessità della storia ho ritenuto necessario compiere un’approfondita ricerca negli archivi e incontrare il piů grande numero di persone possibile, ognuna delle quali portatrice di un tassello utile alla ricostruzione della vita di Albertino. Questo viaggio a ritroso mi ha permesso per la prima volta di confrontarmi con una generazione e un mondo che fino ad ora mi era estraneo, se si escludono le notizie che avevo appreso attraverso i media e le piů svariate pubblicazioni. Nelle persone che ho incontrato mi sono accorto che la morte di Albertino, avvenuta nel 1991, ha portato via non solo un amico, un fratello, un compagno, ma anche un collante tra quelli che l’hanno conosciuto e il loro stesso passato: il movimento del Settantasette, l’impegno per la chiusura dei manicomi, la lotta armata, il carcere, la deriva della droga, il “riflusso”. Dunque raccontare Albertino e il suo mondo, significa raccontare un passato che riguarda la nostra Italia, ed č quello che spero avvenga attraverso questo film.
L’impegno č quello di tenere alta la soggettivitŕ del racconto con l’aiuto del diario di Albertino di cui ascoltiamo in prima persona la voce, interpretata dall’attore Fabrizio Gifuni. Le riprese in esterni sono state realizzate per andare in questa stessa direzione, cioč per evocare il personaggio e ritrovare i segni del suo passaggio in quei luoghi che l’hanno visto protagonista come ad esempio gli ospedali psichiatrici e il carcere. Le interviste fanno da sponda al diario, e non da guida, mentre il materiale di repertorio ci aiuta a dipanare il racconto, ma soprattutto crea suggestioni, evoca momenti gioiosi e drammatici nei quali mi auguro tutti si possano ritrovare.

Mirko Capozzoli

 

Festival

Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2010 Salina DOC Fest 2010 Strane Visioni 2010 FIPADOC - Festival International de Programmes Audiovisuels de Biarritz 2011 Glocal Film Festival - Torino Menzione Speciale della Giuria 2011 Documentarist - Istanbul 2011 Biografilm Festival - Bologna 2011 Documentary In Europe - Bardonecchia (TO) 2011 Nomination Premio Doc/it Professional Award 2011

Cast

Francesca Bazzurro
Bianca Berlanda
Alice Berlanda
Alvar Berlanda
Renato Celeste
Rosalba Bosco
Enrico Deaglio
Francesco D'Ursi
Giuliano Ferrara
Stefano Moschetti
Diego Novelli
Alberto Papuzzi
Luca Rastello

RegiaMirko Capozzoli ProduttoreFourlab Durata 52’ Anno 2010 Nazione Italia Formato DVC PRO HD Tag L'onda anomala / Mirko Capozzoli
Rassegna

L’onda anomala