La boxe dei quartieri Un film di Mariella Bussolati

In questo momento in cui la boxe ha un grande successo, non sono tanto le palestre federali a essere affollate ma quelle popolari, che si trovano in luoghi marginali e spazi occupati.

Fuori dai circuiti ufficiali, si scopre che la boxe è lontana da tutti gli stereotipi che porta con sé e torna a essere un’arte nobile: non è una boxe solo per maschi e giovani, ma anche per donne e anziani, e soprattutto, è una boxe antifascista, antirazzista e antisessista.

Il film in realtà non ha come oggetto la boxe in sè, ma vuole parlare di città, di stress, di vita precaria, di disoccupazione, di immigrazione e, certamente, anche di boxe, ma vista come uno strumento di sopravvivenza.

La boxe nei quartieri è un documentario che cattura le voci di un movimento che si sta allargando in tutta Europa.

Il flm è un viaggio in Italia, Inghilterra, Olanda, Grecia, Spagna, Francia che parla di città, di stress, di vita precaria, di disoccupazione, di immigrazione e della boxe come strumento per sopravvivere.

In questo momento infatti la boxe ha un grande successo e le palestre sono affollate.
Chi sceglie questo tipo di boxe sono disoccupati, migranti, studenti, ma anche persone che in questa fase storica, in questa società liquida, non riescono più a trovare un’identità e una forza.
Il flm racconta i loro sogni, i loro desideri, il perché fanno boxe, ma anche i loro quartieri, le città, i contesti tentacolari in cui ci tocca abitare e in cui non ci troviamo più. E proprio per questo facciamo boxe.

In queste palestre, fuori dai circuiti ufficiali, quelli della televisione e dei grandi eventi, quelli che muovono centinaia di migliaia di euro, si scopre che la boxe è lontana da tutti gli stereotipi che si porta addosso e torna a essere un’arte nobile.

Non è una boxe solo per maschi, ma anche per donne.

Non è una boxe solo per giovani, ma anche per anziani.

E soprattutto, nonostante spesso gli ambienti delle arti marziali siano stati collegati con le destre, è una boxe antifascista, anti razzista e antisessista.
Queste palestre non hanno le gerarchie delle altre.

Non sono commerciali, ma autogestite.

Qui non si ammettono razzismo, omofobia e sessismo, e neppure brutalità e violenza.
La boxe popolare dunque non è più quello sport violento che abbiamo visto nei film famosi, ma torna invece a essere una “noble art”, uno sport dove ci si mette a tirare pugni, con corpo e mente, in relazione all’altro e al gruppo di riferimento, al di là delle barriere di forza, sesso, cultura, per rivendicare i propri diritti, per non avere più paura, per combattere la violenza.

Festival

Docucity, Milano 2021 Avvistamenti, Roma 2021 Iperfestival, Roma 2021 Impact Doc Award, winner of merit 2021
RegiaMariella Bussolati GeneriDocumentario, sociale Durata 60' Anno 2020 Nazione Italia Formato HD Tag boxe popolare / Mariella Bussolati
locandina punching ita