Mio fratello Yang Un film di

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Bing arriva clandestinamente in Italia dalla Cina. Ad attenderla c’è il suo nuovo fratello.

«Il film costituisce il capitolo conclusivo di una trilogia sulla condizione esistenziale imposta dalla clandestinità, iniziata con “Il giorno del santo” (2002) e “Maria Jesus” (2003). Anche in questo caso, si è creato durante il lavoro con gli attori unintensa sintonia, risolta in un cortocircuito tra esplicita finzione e intima realtà: un gap che ha lasciato sul terreno gli spazi tra i visi, i corpi e le poche parole allinterno di una storia sbilanciata verso un altrove che incalza. “Mio fratello Yang”è nato infatti dal desiderio di rispondere a delle domande, ma più ci addentravamo in questa ricerca, più diventava evidente una sola risposta: tutto era sfuggente, inafferrabile, rarefatto. Eppure tutto era lì, in quelle vite scoperte»
(G. De Serio, M. De Serio)