Zampe, Uomini, Radici Un film di Mariella Bussolati

Il film parla di alcuni allevatori che hanno abbandonato l'allevamento intensivo basato su frisone, per scegliere un allevamento eco compatibile, con pochi capi nutriti solo con fieno e cereali, appartenenti a razze autoctone.

Hanno scoperto in questo modo che migliorava la loro economia, la loro felicità e la salute dell’ambiente.

 

L’allevamento industriale è una delle cause principali dell’effetto serra, e contribuisce fino al 18 per cento alla produzione di gas climalteranti.
Non tutti gli allevamenti però sono da condannare.

Esistono anche forme di allevamento completamente diverse, che non inquinano, ma anzi non provocano cambiamenti climatici, utilizzano risorse locali, si adattano perfettamente all’ambiente, si basano su piccoli numeri e sulla qualità del cibo, contribuiscono alla fertilità del suolo e mantengono la biodiversità.

E’ un modello che fino a cinquant’anni fa veniva praticato nelle nostre campagne, ma ora è quasi scomparso.

E con esso sparisce una fonte di economia sostenibile, di benessere animale e umano, di capacità di resilienza e adattabilità.

Zampe, uomini, radici parla di questo, e non a caso parla di aziende non lontane dalla grande Milano, dove junk food e cibo industriale sono l’unica offerta di massa.

Proprio questi allevatori, che vivono accanto a quelli che ospitano mucche tutte dello stesso ceppo genetico, chiuse in stalle di cemento armato, nutrite con mangimi transgenici, con un ciclo vitale cortissimo e per il quale sono necessari molti farmaci, dimostrano che un’alternativa è possibile.

Se il consumo di prodotti animali si basasse su prodotti provenienti da questo tipo di realtà, si verificherebbe un netto vantaggio per consumatori e ambiente, la qualità di ciò che mangiamo diventerebbe migliore, e soprattutto sarebbe possibile rendere reale una economia sostenibile e di piccola scala, l’unica che può avere un solido futuro.

Desiderio e Isabella, Federico, Luigi, Ottavio, Lino, il pastore dell’alta Valstrona lo dimostrano con l’orgoglio, e la certezza di chi, avendo provato anche l’altro sistema, non tornerebbe mai indietro: le mucche di razze autoctone, a differenza delle onnipresenti Frisone, vivono a lungo, partoriscono fino alla fine della loro vita, mangiano meno, producono meno latte che però ha un contenuto di grasso maggiore, e una dimensione dei globuli che permette un’alta resa di formaggio e un sapore ricco e pieno.

Le prove che l’allevamento famigliare rende economicamente e da benessere a uomini e animali sono moltissime e i nostri protagonisti, insieme ai loro animali, lo raccontano a tutti.

Il film è stato selezionato al Festival Sicilia Ambiente 2018 ed a Agricorto 2019.

RegiaMariella Bussolati Produttore Durata 30' Anno 2018 Tag Mariella Bussolati