Enrico Mandirola
Enrico Mandirola è un film-maker italiano che vive in Colombia dal 2007. Nel lontano 1998 inizia una avventura nei territori delle pellicole cinematografiche, gli sviluppi artigianali nei bagni degli appartamenti e si lancia nell’esplorazione delle narrative sperimentali. Dopo vari metri filmati e sviluppati in un 12esimo piano di un vecchio edificio torinese, parte in Francia, dove tra laboratori installati nei sottosuoli, vecchie fabbriche, tra bicchieri di vini e baguette au beurre, viraggi di colori e tante ore nella chambre noir, realizza i sui primi tre Cine-Oeil. Nel 2007 si installa in Bogotá dove apre il primo laboratorio di sperimentazioni cinematografiche: KinoLab-Colombia, dedicato ai formati Super-8 e 16mm. Qui impara a costruirsi tutte le macchine per il Lab, dovuto a quasi una totale assenza del cinema fatto in casa nel paese, e inizia processi formativi che lo hanno portato a costruire mini-lab in diverse Università, e oggigiorno a lavorare in diverse Facoltà delle Arti come professore di narrative sperimentali no lineari. Nel frattempo, ha realizzato altri tre piccoli film.
I lavori qui presentati seguono tutti una stessa linea di ricerca che esplora le relazioni plastiche tra immagini e suoni, costruendo narrative circolari in dialogo con gli spazi cine-video-installativi, a partire dalle riflessioni di Pasolini da lui chiamate: il cinema di poesia.
I suoi ultimi due lavori, in corso di sperimentazione, si basano, il primo sulle relazioni profonde tra la musa a partire di un testo di S. Beckett e la vita, e il secondo, che farà parte del suo progetto dottorale, lavora sulle possibili forme della percezione dell’immagine, seminando pezzi di film di 35mm o 16mm in diversi materiali organici tra cui il principale sarà la farina della pianta sacra indigena: la Coca. Queste immagini iniziano il loro cammino sulle frasi del libro Metaphors on Vision de Stan Brakhage ed entrano in dialogo con le Cosmologie delle comunità ancestrali della Colombia.