Pornopoetica di Titta Cosetta Raccagni
Cinque anni fa ho cominciato il progetto Pornopoetica che, a differenza di quello de Le ragazze del porno, assomiglia di più a ciò che sono io come persona e artista: va oltre il discorso di genere in una prospettiva, se vogliamo usare un’etichetta, queer e gender fluid. Utilizza non solo il linguaggio visivo ma anche quello del corpo, attraverso la performance.
Titta Cosetta Raccagni
Camera oscura – 2’40” – 2019
Camera Oscura (Dark room) è una performance che lavora sullo sviluppo di immagini che non arrivano mai ad avere una definizione netta. Camera oscura assume l’”indefinito” come principio estetico e come via per de-costruire il confine corpo. Le due performer in scena giocano su due livelli: la presenza del corpo e l’impermanenza della visione. La loro è una fusione amorosa, che non avviene se non attraverso la luce. Un toccare illusorio che esiste solo per chi guarda. Lo spettatore è sollecitato a mettere a fuoco le immagini, senza mai davvero riuscirci. E nel momento in cui l’occhio non basta, e l’esperienza della visione mette in crisi la psiche, la risposta diventa emotiva.
Ogni legame – 3’10” – 2014
Era il 2014, io facevo parte del gruppo “Le ragazze del porno”, e ci era stato commissionato un lavoro sulla violenza di genere.
Mi presi io la responsabilità di realizzare un corto che partisse dall’idea delle donne come soggetti forti, autodeterminati, liberi e desideranti.
Un racconto di sesso, amore e cura attraverso un’immagine che solitamente viene ricondotta alla violenza e alla sottomissione.
Un doppio ribaltamento di prospettiva, una sfida, una provocazione.