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Parlare della vicenda traumatica di Seel, significa rimarcare gli orrori compiuti dai nazisti anche nei confronti di chi era schedato come omosessuale.
Il Rosa Nudo si concentra soprattutto su un episodio doloroso e terribile che segnerà per tutta la vita l’emotività di Seel che, all’epoca dell’internamento, aveva solo 17 anni.
Deportato nel campo di Schimerck, assisterà all’atroce morte del suo compagno.
Tra le milioni di vittime colpite dalla follia nazista nel periodo della seconda guerra mondiale il francese Pierre Seel, il 13 maggio 1941, fu deportato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Schirmeck a 30 km da Strasburgo , dove subì torture e violenze a causa del suo orientamento sessuale.
Sopravvissuto a questa esperienza terrificante, Seel, dopo la fine del conflitto, nel tentativo di dare un nuovo senso alla sua vita, si sposò e divenne padre.
Nel 1982, però, fu il primo a denunciare le terribili vicende che lo accomunarono a migliaia di altri omosessuali, marchiati come lui con il triangolo rosa: un coming out clamoroso che aggiunse altro orrore all’orrore.
Il Rosa Nudo, prendendo spunto dalla sua autobiografia Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel, racconta in maniera teatrale ed evocativa l’Omocausto, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell’omosessualità di Carl Peter Veernet, che aprirono di fatto la strada alle persecuzioni naziste.