Manuele Cecconello

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Inizia a fotografare a tredici anni nello studio del padre pittore. Al termine degli studi in Storia e Critica del Cinema a Torino nel 1997, dopo una biennale collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema della stessa città, Manuele Cecconello intraprende un percorso professionale incentrato sulla produzione video e sulla fotografia.
Dopo tre anni alla direzione editoriale della casa editrice GS di Vercelli allestendo un catalogo incentrato sulla storia del cinema e la cultura materiale Piemontese, alla fine degli anni Novanta crea la società di produzione Prospettiva Nevskij per lo sviluppo di progetti audiovisivi e strumenti di comunicazione per l’impresa, le istituzioni e la promozione territoriale.
Dal 2004 numerose e costanti sono le collaborazioni con enti pubblici, fondazioni, aziende: Museo del Cinema di Torino, Museo del Territorio Biellese, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, Confcooperative Torino, Lanificio Zegna, Fondazione Pistoletto-Cittadellarte, Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, Santuario di Oropa, Zegna Real Estate, DocBi-Centro Studi Biellesi, Gruppo Allianz, Fondo Edo Tempia, Istituto Nazionale Espresso Italiano, Associazione Tessile e Salute, Zegna Real Estate, Ente di Gestione della Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore, Associazione d'Irrigazione Ovest Sesia, sono alcune delle realtà per cui Prospettiva Nevskij ha realizzato video istituzionali e promozionali, servizi fotografici, campagne di comunicazione.
Parallelamente Cecconello produce e dirige documentari con ampio riscontro internazionale di critica e di pubblico; tra i titoli in evidenza la trilogia “Olga e il tempo” – proiettato anche al British Museum di Londra – e “Sentire l'aria” entrambi sul mondo della pastorizia; “Stro-fa. Lo Strona e la fabbrica”, sulla vocazione tessile del Biellese; “Beato colui che sarà visto dai tuoi occhi”, il primo lungometraggio docufiction sulla promozione di un logo sacro; “Il suono di Chiari”, sull'arte organaria moderna; “Il Patto della Montagna” sui diritti del lavoro in prospettiva storica; “Sorgenti del burro” sulla produzione artigianale del burro presidio Slow Food; “Le guardiane delle Alpi” sulla conduzione al femminile dei rifugi montani; “Il mondo è mio” sugli sviluppi della psico oncologia; “A volo d’Angelo”, il documentario sul compositore Angelo Gilardino co-diretto con Marco Tullio Giordana.
Intensa e ininterrotta è, infine, la ricerca artistica personale di Cecconello che, polarizzata sul cinema Super 8 e il video sperimentale, ha prodotto dal 1992 oltre 160 titoli frequentemente selezionati in festival e rassegne internazionali (Annecy Cinéma Italien, Festival dei Popoli, Flahertiana Festival, Festival Cinema Giovani, Asolo Film Festival, Premio Libero Bizzarri, London International Documentary festival, Festival del cinema latino-americano di Cuba, Trento Film Festival, Piemonte Movie, CinemAmbiente, Film Festival della Lessinia, DocIt Professional Award).
In ambito fotografico, è in corso di digitalizzazione la produzione analogica prevalentemente incentrata sul paesaggio agricolo di pianura e sulla ricerca intorno all’eredità del “New Topographics” (1982-2002) ed è prossima la pubblicazione online delle serie digitali (2002-2022) all’interno delle quali sono stati sviluppati i temi dell’esplorazione di luoghi urbani marginali o vocati alla conservazione della memoria (musei, fabbriche dismesse, cimiteri e case funerarie, depositi) e dell’autobiografismo alla ricerca della libertà espressiva dell’infanzia.

Il cinema di Manuele Cecconello si muove sul crinale fra documentario e videoarte, fra realismo fotografico e invenzione grafica, fra riproduzione analogica e manipolazione digitale. In questo consiste l’originalità di un cineasta che pedina il reale come un documentarista e al tempo stesso persegue l’ideale di una pura forma. Ora è il documentario a darsi come palinsesto della videoarte, ora la videoarte a definire il punto di fuga del documentario. Questa duplicità irrora proficuamente i film di Cecconello, impedendo ai documentari di appiattirsi sul dato oggettivo, e simmetricamente neutralizzando le sirene del compiacimento e della maniera che spesso tentano i videoartisti. Si tratta dunque, in ogni film, di coniugare un’attenzione partecipe per le cose, un’inesausta curiosità per il mondo, con un forte impeto di trascendenza, formale e spirituale al tempo stesso. Il mondo è accolto nella concretezza delle sue creature, delle sue luci e dei suoi suoni, ma anche trasfigurato in termini di composizione sapiente dell’inquadratura, di combinazione calibratissima di stasi e dinamismo, di profondità pittorica, di gradazione cromatica, di cadenza musicale. Nel cinema di Manuele Cecconello, il discorso cinematografico lavora la superficie del reale come il tempo agisce sullo spazio: incrina la sua solidità e consuma la sua consistenza, ma anche definisce la sua direzione e ne coglie il senso.
(Enrico Terrone, Segnocinema).
L’estetica di Cecconello coniuga la forza riproduttiva del dispositivo cinematografico con una peculiare elaborazione stilistica che attinge a suggestioni pittoriche e si avvale delle potenzialità della tecnologia digitale. Sulle cose del mondo – le strade, le case, i paesaggi, l’umanità residuale – e sugli elementi naturali, l’autore applica uno sguardo partecipe e perspicace, che mira a ritrovare il senso del proprio oggetto, a penetrarne il segreto. Per la pregnanza delle location, per le sue proprietà fotografiche, per l’impasto sonoro e per il ritmo impresso dal montaggio, l’opera di Cecconello costituisce un’esperienza straordinariamente innovativa in rapporto alle convenzioni dominanti del cinema italiano. (Luca Bandirali, Radio Tre).

FILMOGRAFIA:
Il patto della montagna (doc., 2017), Cittadellarte – Pratiche dell’arte responsabile (cm, 2019), Inverno 1219 (cm, 2019), The World Is Mine – Il défilé della rinascita (doc., 2020), Passeggiate a Nord Ovest – Quattro riaperture straordinarie (cm, 2020).

Nazionalità: Italia

Film

Olga e il tempo, parte 1: epica minima del mattino Aeterna Melancholia Cuban Experimental Winter