LOTTOmarzoSEMPRE
3 lungometraggi e 11 cortometraggi- Film
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Ogni legame
Un racconto di sesso, amore e cura attraverso un'immagine che solitamente viene ricondotta alla violenza e alla sottomissione.
Abito da principessa
I riti legati al matrimonio, radicati su accordi non verbali, rappresentano la percezione della società in generale.
L’abito da sposa è parte simbolica di questi rituali.
Lina Mangiacapre Artista del femminismo
Lina Mangiacapre ha lasciato una vasta produzione come pittrice, romanziera, poeta, regista di cinema e di teatro, indicando percorsi originali per la libertà delle donne.
Aida
Tutto comincia con una promessa... Siamo nel Nord Italia, una anziana donna, di più di ottant'anni anni, claudicante ed imprecisa nei movimenti, si reca al voto per la prima volta nella sua vita...
Family Portrait
Siedo, impolverata, ad un tavolo.
La mia famiglia, in piedi affanco a me, soffa via la polvere che si è depositata sul mio corpo.
Camera oscura
Camera Oscura (Dark room) è una performance che lavora sullo sviluppo di immagini che non arrivano mai ad avere una definizione netta.
Blinding Plan The Cathedral
Scatto foto e video nei musei d’arte contemporanea, poi faccio sparire le opere esposte.
Assunta Buonavolontà – Diario di una precaria
Nomen omen dicevano i latini: il destino è nel nome.
Ma non per Assunta Buonavolontà, che da brillante laureata e aspirante attrice talentuosa, dovrà lasciare i sogni nel cassetto e fare i conti con le proprie responsabilità: cerchiare annunci sul giornale, intossicarsi di colloqui fra CPI e agenzie interinali, vendere al telefono un’aspira-calzini, far fronte a un’instabile esistenza all’insegna dell’ironica sopravvivenza quotidiana fra allucinazioni, amici immaginari – Marcello Mastroianni e il Bianconiglio – coinquiline squilibrate e un fidanzato filosofo e latitante.
Diventerà così una pervertita e perversa precaria….che ama piegarsi alla flessibilità.
Basato sul libro (edito da Ediesse) e lo spettacolo teatrale omonimo “Diario di un precario (sentimentale) di Maria Antonia Fama.
Nene Martelli e l’informale a Torino
Alle soglie dei novant'anni anni, la pittrice Nene Martelli racconta la storia misconosciuta dell'arte informale a Torino che, attraverso l'ICAR di Michel Tapiè, fu centro di attrazione mondiale del nuovo astrattismo a cavallo tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso.
Le Coccinelle – sceneggiata transessuale
L'antica arte dei femminielli napoletani diventa per la prima volta un travolgente docu-musical.
Canzoni neomelodiche, sesso, comunioni, battesimi e matrimoni: signore e signori benvenuti nel magico mondo de Le Coccinelle!
Inventata da un dio distratto Maria Lai
INVENTATA DA UN DIO DISTRATTO Maria Lai, è un biopic e racconta la storia e le opere di Maria Lai: l’artista più rappresentativa della Sardegna, tra le voci femminili più singolari dell’arte italiana contemporanea, non solo per la fama raggiunta nel panorama nazionale e internazionale dell’arte, alla quale il MAXXI di Roma ha recentemente dedicato una mostra.
Mal
In una città devastata dalla guerra, mentre la società cerca di affrontare le conseguenze della violenza estrema, una bambina trova un modo peculiare per sopravvivere.
Q.B.
Un giorno uguale agli altri.
Una ragazza come tante alle prese con un’immagine femminile che non la rappresenta.
Donne di plastica che entrano nella sua cucina attraverso la complicità dei mass media.
Adeguarsi o resistere?
Le mura di casa
Una donna affida il suo segreto ad un uomo. Una ferita inguaribile, che, grazie all’ascolto, a volte brucia un po’ meno.
Sinossi
La complessità e l’emergenza della realtà della violenza sulle donne, ci mostrano quanto sia necessario un cambiamento di prospettiva nell’approcciarsi a questi temi ed il cinema, un certo cinema, può essere uno strumento straordinario per dare voce al cambiamento, offrendo nuove rappresentazioni, finalmente lontane dai modelli patriarcali che la società ci impone.
Dalle parole dell’autrice Titta Cosetta Raccagni che accompagnano il suo corto OGNI LEGAME, presente nella rassegna :
“…il problema non è solo parlarne, ma come se ne parla. E se ne parla male, virando il discorso prettamente su due versanti pericolosi, pericolosissimi: vittimismo e moralismo.
E’ come se si volesse curare la violenza maschile con alcuni degli ingredienti fondamentali che la generano. Le donne vengono uccise all’interno delle relazioni familiari e amorose.
Eppure la famiglia, per come è, non viene mai messa in discussione e il rapporto uomo donna non viene mai sfiorato come nucleo centrale del problema.
Il “femminicidio” parla di “femmine” e non di “donne” e punta l’attenzione non su chi uccide, ma sulla parte lesa che assurge al ruolo di vittima.”
Allora ecco a voi “L’OTTOMARZO SEMPRE”.
Buona visione!